"Vedete voi niente sopra della sedia?".
"Sì, ci vedo una figurina".
"E chi ce l'ha messa?".
"Non ce l'ho messa io".
"Va bene, lo so, voi ora siete entrato; ma chi l'ha messa?".
"Non lo so, ma certamente l'ha messa uno che aveva in tasca le figure".
Se questo bravo ragazzino dicesse che la figura si trova qui per combinazione o per caso, direbbe bene o male? Direbbe male, perché la figura ce l'ho messa io, benché egli non se ne sia accorto.
Avete voi danaro in tasca? No. Nessuno ne ha? Nessuno. Ed allora se trovate invece della figura una moneta d'oro sulla sedia ce l'ha potuta mettere uno di voi? No, perché nessuno ce l'ha. Solo una persona che ha molto danaro può mettere una moneta d'oro sulla sedia. E se uno dicesse che questa moneta è venuta qui per caso, direbbe bene a male? Direbbe male. Entra qui un uomo e sentendo parlere di monete d'oro, tende subito gli orecchi, perché per lo meno crede che può averne anche lui qualcuna. Guarda di lontano sulla sedia e senza veder bene quello che ci sta, esclama:
“Questo è un pezzo di stucco dorato che è caduto a caso dal cornicione della chiesa.”
“No - dico io - è una moneta d'oro venitela a vedere; guardate come e bene incisa; sopra vi e pure l'immagine di Napoleone”, ma l'uomo non si persuade, è duro di testa e se ne va.
È intelligente o è uno stupido? È uno stupido: ragazzi miei cari, può dirsi messo a caso quello che è scolpito bene, con ogni cura, e che dimostra invece che solo un artista l'ha potuto fare? Questa moneta non è un pezzo di stucco caduto a caso dal cornicione, perché è bene scolpita e porta scritto sopra il valore che ha.
Le cose che succedono o sono fatte a caso, sono tutte disordinate e non possono significare nulla.
Prendete un pezzo di carta dove c'è caduto un poco d'inchiostro; piegatelo in due e l'inchiostro si spande; quale figura forma? Nessuna figura perché non è stato un disegnatore che lo ha sparso. Prendete la dottrina trovate la prima pagina e leggete: "Chi mi ha creato? Mi ha creato Dio". In tutti i vostri libretti sta scritto così? Si, in tutti. Ed allora il libretto della dottrina come è stato stampato dal tipografo o dal caso? È stato stampato dal tipografo, perché ci sono le lettere ben formate, perché è un libretto ben ordinato. Se io dico: aprite a pagina 5, tutti troverete lo stesso alla medesima pagina, il che significa che chi ha stampato il libro doveva essere un uomo che pensava e non già uno stupido che prende le lettere e le mette a caso così. Un tipografo tiene la cassetta con i caratteri, l'avete vista mai? Ebbene entra un fanciullo, si mette a scherzare e gli fa andare per terra tutti i caratteri. Il tipografo gli dà uno scappellotto, grida, s’inquieta, e poi si curva per alzare le lettere. Cadendo per terra, alcune lettere si sono messe una vicina all'altra; il tipografo osserva e dice: "Guarda che combinazione, si sono messe vicine come se le avessi composte io; voglio vedere proprio che cosa viene stampato da queste lettere". Le mette in macchina, ma che cosa ne esce? Niente, solo una confusione di lettere che non significano nulla. Perché? Perché quelle lettere si sono unite a caso, si sono unite, dico meglio, per la forza di gravità che le ha fatte cadere, ma non si sono unite perché il tipografo le ha composte insieme.
Dunque, quando si vede qualche cosa ordinata, bella, di valore si può dire che è stata fatta a caso? No, ma si deve dire che qualcuno l'ha fatta. L'abito chi ve lo ha fatto? Il sarto o mamma. A me le lenti chi le ha fatte? L'ottico. Questa chiesa chi l'ha fatta? L'ingegnere ed i fabbricatori.
Dunque, vedete che tutto quello che è formato, che è ordinato, che è limitato, deve essere fatto da qualcuno.